Considerazioni finali

La ripresa c’è non sprechiamola

Nelle sue “Considerazioni finali”, il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco ha letto un passaggio relativo agli ostacoli posti all’attività delle imprese e alla loro crescita. Questi verrebbero, oltre che da limiti di natura finanziaria, dal contesto in cui è condotta l’attività economica in Italia. Si tratterebbe della complessità del quadro normativo, della scarsa efficienza delle procedure e delle azioni delle amministrazioni pubbliche, insieme ai ritardi ella giustizia, che insieme alle carenze nel sistema dell’istruzione e della formazione, “frenano lo spostamento di risorse produttive verso le aziende più efficienti”, compromettendo la crescita della produttività. Una situazione già di per se drammatica, che secondo Visco verrebbe anche aggravata, “dai fenomeni di corruzione” da una parte e dall’operare della criminalità organizzata, in più aree del Paese, dall’altra. Allora sarà pure che l’aumento del pil nel primo trimestre del 2015, ha interrotto una lunga fase ciclica sfavorevole; ma quali siano i fattori positivi che hanno consentito questo fenomeno, bisognerebbe anche sapere se queste sono tali o meno da invertire la situazione appena descritta. Perché è molto difficile altrimenti capire come si possa recuperare la domanda interna in condizioni simili. Poi c’è il riacutizzarsi della crisi greca che ha avuto fino a questo momento ripercussioni limitate, ma che se a giugno non si risolve, non sappiamo a cosa si andrà incontro. Il Governatore confida sui progressi conseguiti nella governance europea e negli strumenti a disposizione delle autorità per evitare fenomeni di contagio. Però egli è perfettamente consapevole che le difficoltà delle autorità greche nella definizione e nell’attuazione delle necessarie riforme, insieme all’incertezza oramai incredibile, sull’esito delle prolungate trattative con Ue e Fmi, “alimentano tensioni gravi, potenzialmente destabilizzanti”. Grazie al cielo abbiamo dalla nostra parte gli interventi di riforma del sistema pensionistico pubblico. Molto più che in altri Paesi europei abbiamo così consentito la sostenibilità di lungo periodo della finanza pubblica. Solo che anche il governatore si sarà accorto della sentenza della Consulta con cui si scompaginano non poco le cose, Per cui non vogliamo essere pessimisti, e meno che mai dei “gufi”, anche per non dispiacere al premier, ma il fatto che ci sia una diffusa ripresa, non implica ancora che questa non venga sprecata dall’Italia, se non si interviene sulle questioni fin troppo note. Ancora non si è intervenuti.

Roma, 26 Maggio 2015